Passato Presente n. 15 - Condino – Piemonte e ritorno. Memorie del cappuccino Padre Ambrogio sull’esodo dal convento di Condino nella Prima Guerra Mondiale, a cura di I. Butterini
 
A cura di Ivo Butterini
 
Con foto bianco/nero
pp. 120 cm. 15 x cm. 21
Prezzo di copertina: € 8,00 esaurito
Data di pubblicazione, Storo 1992

Il volume è interamente dedicato al paese di Condino, alla sua gente e al suo convento dei Cappuccini. 
La sera del giorno 5 giugno 1915 i condinesi ricevono l’ordine di abbandonare il paese entro due ore. L’abitato era troppo esposto ai tiri delle artiglierie austriache piazzate ai forti di Lardaro. Tra la gente che discende confusamente la strada che va verso Storo c’è anche Padre Ambrogio, uno dei Cappuccini del locale convento.  
L’esperienza è terribile e sconvolgente, di quelle che segnano la pur resistente fibra della gente, abituata a sopportare in silenzio, e dei frati, educati a prendere anche la sventura dalle mani di Dio. I fatti scavano nella loro coscienza e s’imprimono nella memoria.
Privati del loro convento e di un quadro sicuro in cui praticare i loro obblighi religiosi, consegnati al buon animo delle nuove popolazioni, imprigionati come spie, esuli infine in terra piemontese: nei mesi che seguirono l’abbandono del Conventi i poveri Cappuccini furono come fuscelli in un torrente in piena. 
Quando Padre Ambrogio mette mano alla penna rende testimonianza anche dei sentimenti dei suoi confratelli. La sua memoria è una singolare testimonianza della cultura e della religiosità di una piccola comunità cappuccina agli inizi del nostro secolo.
La gente di Condino appare meno nello scritto, pur essendo sempre sullo sfondo. Per riportarla con evidenza in primo piano Ivo Butterini ha raccolto tre testimonianze orali, che corredano il racconto del frate, ed ha insertito un’appendice fotografica finale. Il libro diventa così una documentazione completa su uno spaccato di storia di Condino, che visse la Grande Guerra su più “fronti”: coi suoi “uomini validi” sul fronte austro-russo, con il resto della popolazione spettatrice dell’arrivo delle truppe italiane e poi esiliata in terra lontana.